L'amore per la vita - Museo Francesco Gonzaga

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L'amore per la vita

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L'Amore per la vita
dal 29 novembre 2014 al 18 gennaio 2015


La mostra, che il Museo tradizionalmente allestisce nella ricorrenza del Natale, quest’anno si fa in due, tese entrambe a illustrare il tema da una particolare angolatura. La nascita del divino Bambino nella grotta di Betlemme è presentata insieme con quanto gli ha fatto seguito, vale a dire la sua morte e risurrezione. Spesso questa festa è celebrata avulsa dal suo contesto, con manifestazioni che ne snaturano il significato: si dimentica che lo si trova soltanto nel collegamento, drammatico e insieme glorioso, con la Pasqua. Le due rassegne di quest’anno al Museo intendono ricordare proprio questo.
  
La prima è costituita dalle quindici scene dei Misteri del Rosario, in cui è richiamata tutta la vicenda terrena del Figlio di Dio. Le tele, dipinte da Giovanni Cadioli, provengono dalla chiesa di Marcaria ancora chiusa per i danni del terremoto. Il loro restauro, voluto da fedeli di Marcaria, i fratelli Lucia, Giuseppe e Giulia Ricci  e appena concluso da Francesco Melli, ne ha rivelato l’alta qualità formale, che le colloca tra i cicli pittorici più rilevanti della pittura mantovana del Settecento.

La seconda si compone degli emozionanti dipinti di un artista da poco scomparso, Giuseppe Viola, che una recente mostra a Palazzo Te ha confermato essere uno dei Maestri del Novecento italiano. Con la Crocifissione e la Risurrezione, generosamente donate al Museo da Fabio e Paola Viola, figli dell’artista, a richiamare la nascita di Gesù si espongono tele in cui torna insistente un tema caro all’autore, quello della maternità come espressione dell’Amore della Vita.

Due rassegne, dunque, di artisti tra loro cronologicamente lontani e inevitabilmente differenti per sensibilità e stile, ma accomunati dal prestare attenzione a quella costante fonte di ispirazione che è il vangelo, e in particolare all’Evento da cui tutto, nell’ottica della fede, è cominciato. Il Natale è solo l’inizio di una parabola, e non lo si comprende davvero se di quella parabola non si considera anche il punto d’arrivo.

I quindici misteri del Rosario della Parrocchia di Marcaria, sono stati dipinti da Giovanni Cadioli (1710-1767) direttore della sezione di pittura dell'Accademia mantovana. Le opere sono state restaurate da Francesco Melli col contributo di Lucia, Giulia e Giuseppe Ricci.

Ricordiamo in breve i soggetti rappresentati

I misteri gaudiosi: Annunciazione, Visita ad Elisabetta, Natività (nella foto), Presentazione al Tempio, Gesù tra i dottori
I misteri dolorosi: Orazione nell’orto, Flagellazione, Coronazione di spine, la Salita al Calvario, la Crocifissione e Morte
I misteri gloriosi: Risurrezione, Ascensione, Discesa dello Spirito Santo, Assunzione in cielo, Maria Regina degli Angeli e dei Santi (nella foto).



La mostra di Giuseppe Viola vedrà in anteprima due grandi opere "La Crocifissione" e "La Resurrezione" entrambe ispirate a Gruenewald, che il maestro aveva realizzato già nel 2009 con l'intento di donarle al Museo (qui sotto le immagini).

Nella mostra troveremo anche un retouchè numerato dell'opera “L’ Amore  della Vita”, il dipinto "la Maternità" esposto già alla biennale di Spoleto nel 2007, e "La Famiglia", rappresentata con un nucleo familiare multietnico.

Scrive mons. Roberto Brunelli:
"E’ consuetudine del Museo diocesano Francesco Gonzaga allestire, nel periodo natalizio, una mostra che, sotto il segno dell’arte di cui il Museo presenta così illustri esempi, richiami al visitatore la valenza di una delle principali feste cristiane.
La mostra di quest’anno si affida, per la dimensione artistica, alle mirabili realizzazioni di Giuseppe Viola, così rendendo omaggio a uno tra i più ragguardevoli artisti contemporanei. Quanto al tema, essa mira a presentare la nascita del divino Bambino nella profondità del suo mistero, quale si è dispiegato nelle successive vicende della sua vita terrena, culminate nella sua morte e risurrezione. L’artista, ispirandosi a Grünewald, ha rappresentato questi due momenti con una forza icastica stupefacente: sono perciò felice e riconoscente che due dei dipinti, che saranno esposti, conclusa la mostra, rimangano al Museo, testimoni permanenti di una sensibilità di cui a fatica si riscontra l’uguale”.




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