II volume: dipinti e arazzi (1430-1630) - Museo Francesco Gonzaga

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II volume: dipinti e arazzi (1430-1630)

Catalogo

Renato Berzaghi e Stefano L'Occaso, "Dipinti e arazzi. 1430 - 1630" Ed. Publi Paolini, Mantova 2011


Questo secondo volume del catalogo del museo è stato pubblicato grazie al contributo di




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Il presente volume, il secondo del catalogo generale del museo, prende in considerazione i dipinti (affreschi, arazzi, tavole, tele, miniature) realizzati tra gli inizi del secolo XV e il 1630, l'anno che il sacco e la peste segnarono come un tragico punto di svolta nelle vicende locali, ponendo fine alla gloriosa stagione che vide Mantova tra le città all'apice della cultura europea. La trattazione è ripartita in due sezioni: la prima è costituita dalle opere esposte in permanenza, selezionate dai curatori del volume; la seconda passa in rassegna quelle conservate nei depositi del museo o prestate ad altri fruitori. Con poche eccezioni, questi dipinti - insieme con le armature e i capolavori dell'arte orafa ammirabili in altre sezioni del museo - documentano l'egemonia esercitata dai Gonzaga sulla cultura locale: di certo per calcolo politico ma anche per convinta passione personale, oltre a promuovere splendide architetture e ospitare letterati e musici, pressoché tutti i signori di Mantova si distinsero in ambito non solo nazionale come collezionisti e committenti nel campo delle arti plastiche e figurative, spesso offerti alla pubblica fruizione col destinarne gli esiti ad ornamento degli edifici sacri da loro stessi voluti.
Di qui proviene la serie esposta, che documenta con ampiezza e a livelli eccelsi il fervore creativo del periodo considerato. Essa prende le mosse da opere del declinante gusto gotico, ancora prevalente prima che il marchese Ludovico II chiamasse in città il genio di Andrea Mantegna. Di quest'ultimo, e del suo non meno geniale seguace Correggio, spiccano i tondi già nell'atrio della basilica di Sant'Andrea. Seguono esempi (Benedetto Pagni, Fermo Ghisoni) dell'influsso esercitato da Giulio Romano, insieme con l'incidenza anche in questo campo (ne è esempio la tela di Girolamo Mazzola Bedoli) della ventennale reggenza del ducato da parte del cardinale Ercole, mentre altre opere rimandano alla stagione del duca Vincenzo I e (in particolare con gli arazzi tessuti a Parigi) del vescovo Francesco. Chiudono la mirabile rassegna le tele di Domenico Fetti e Giovanni Baglione, i due artisti romani attivi per il duca Ferdinando.

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