Roberto Soggia - Museo Francesco Gonzaga

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Roberto Soggia

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Roberto Soggia
Ritratti di ritratti


Dal 9 al 23 novembre 2014


Foto di Roberto Soggia (realizzate con Nikon F2AS, pellicola Ilford FP4 in luce naturale, ottica 28 e 80 mm)
Testi di Gian Maria Erbesato
CatalogoTre Lune Edizioni 2014

Su concessione del ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.


Arte, tecnica, poesia: tre vie lungo le quali da sempre l’uomo si esprime, creando meraviglie; ma sono tre vie tra loro differenti, che ben di rado procedono in parallelo. Accade talvolta – ne è sublime esempio l’ Ode on a Grecian Urn, in cui John Keats fa vivere un marmo antico – che trovino convergenza l’arte e la poesia, ma quasi mai si incontrano il bello, sia delle parole sia delle forme, e i pur ingegnosi ritrovati tecnologici. Di qui lo stupore di questo libro, in cui l’uso magistrale della tecnica fotografica si associa a ispirate parole di commento per cogliere le segrete valenze di bimillenari ritratti, solo all’apparenza rapiti nella loro immobile astrazione.
Chi li vede, percorrendo la lunga sala della reggia dove sono allineati, di solito li considera reperti di tempi remoti, documenti di un mondo da lungo superato; difficilmente li pensa come exempla di umanità, di quell’umanità che, con i suoi drammi interiori, con le sue pulsioni profonde, non cambia col volgere dei secoli. Se sono stati immortalati nel marmo, questi uomini e queste donne erano ‘importanti’ nel loro mondo; eppure hanno palpitato anch’essi di desideri e delusioni, di gioie e travagli, al pari dei loro servi, al pari degli uomini e donne di ogni tempo, compreso il presente. Difficilmente coglie l’attualità di questi ritratti il turista che li guarda di sfuggita. Roberto Soggia ha potuto invece frequentarli a lungo: ma non sarebbe bastato a farli vivere, se la frequentazione non si fosse accompagnata a un’acuta sensibilità, e anche questa non sarebbe bastata a trasmetterci la loro vita segreta, se non si fosse accompagnata – prodigio! – alla perizia nel fotografarli. E se alle immagini si aggiungono i profondi commenti di Gian Maria Erbesato, l’esito non può non lasciare ammirati. È il motivo per cui il museo si onora di ospitare la mostra, con il volume che la accompagna.

Roberto Brunelli
direttore del  Museo diocesano Francesco Gonzaga




"Osserviamo  la sequenza delle fotografie e vi scorgiamo un sentimento dell’antico che sa pensare l’antico modernamente e che vuole mostrare come si possa ridestare il passato anche se soltanto per istanti (per istantanee).  I ritratti tendono a svelare l’irrivelabile: un’illusione perduta, una recondita amarezza, un’attesa vana, una solitudine immensa, un’ambizione sbagliata. L’occhio ipersensibile di Soggia possiede la maestria di penetrare il mistero del tempo; cosicché, i volti sono l’evocazione di un fuoco di vita che arse; ora impietrito".

Gian Maria Erbesato


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